1842
A LUIGI PIO - NAPOLI
Vienna 12 Febbraio 1770.
Eccede egualmente V. S. illustrissima e nella modestia che professa e nell'orgoglio che mi attribuisce. La vivacità delle spiritose sue lettere prova abbastanza ch'ella non abbisogna di precettore: ed il noto contegno di tutta la non breve mia vita dovrebbe difendermi appresso di lei dal sospetto ch'io ardisca d'arrogarmi cotesta autorità magistrale. Ma quando io fossi ancor sottoposto (che il Ciel non voglia) ad una così ridicola debolezza, non sarei perciò in istato di secondar di buona fede le istanze sue. Sappia che la scelta del soggetto è stata sempre per me fin'ora il più tormentoso passo de' miei poetici lavori: a segno ch'io non avrei talvolta saputo uscir di mano alle mie importune dubbiezze, se l'imperiosa necessità non me ne avesse a viva forza sottratto. Aggiunga che la lunga esperienza ha congiurato a scemare appresso di me il credito del mio giudizio, avendo io non di rado scoperti, con somma mia meraviglia, e difficili ed infecondi nello scriverli quei soggetti medesimi che mi eran paruti e fertili ed agevoli nell'immaginarli: e facili per l'opposto ed abbondanti quelli ch'io avea rigettati come infelici. La fortuna d'un componimento poetico dipende assai meno dal merito del soggetto che dall'indole e dalle disposizioni anche fisiche ed accidentali dello scrittore. Si compiaccia per far prova di questa verità di esaminare alcuna delle più fortunate opere mie (come l'Artaserse per cagion d'esempio, L'Olimpiade o il Demofoonte) e stupirà nell'avvedersi di quanto poco sieno esse debitrici alle istoriche loro sorgenti.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Febbraio Ciel Artaserse L'Olimpiade Demofoonte
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