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      Sicché assuma pure con franchezza quella virtuosa fiducia di se medesimo ch'è necessaria alle belle imprese: si svolga da' suoi timori, si getti arditamente al mare, e nuoterà senza i sugheri, ed io l'applaudirò dalla sponda. Intanto mi creda sempre con la più sincera e dovuta stima.
     
     
     
      1843
     
      A LUISA GOZZI-BERGALLI - VENEZIA
     
      Vienna 24 Febbraio 1770.
     
      L'obbligantissimo foglio della non men gentile che valorosa signora contessa Bergalli sarebbe stato sempre per me una potente lusinga del mio amor proprio: ma la diviene ancor più efficace poiché in esso mi chiama ella a parte delle lodevoli sue premure per un degno consorte, del distinto merito del quale sono tanti i testimonii maggiori d'ogni eccezione, quante sono le molte e con tanto applauso pubblicate sue letterarie fatiche. E sarei tanto contento di me stesso quanto son superbo dell'invito, se la sufficienza cedesse meno al mio desiderio d'approfittarmene. Ma ella sa quel ch'io sono: e certamente non ignora che nel corso delle vicende civili è ben picciola l'influenza di chi non è in istato d'inspirare altrui né timor né speranza. Aggiunga a questa poco attiva situazione il filosofico, anzi anacoretico tenor di vita al quale l'età, la salute, la stanchezza, il genio e la ragione mi hanno già da molti anni obbligato a ricorrere, ed a trascurare per inevitabile conseguenza la consuetudine ed il favore di tutti i piloti di questa nave. Di tali verità (che potrebbero parer per avventura pretesti d'una mia pigra e condannabile indolenza a riguardo degli scambievoli doveri della società) le farà piena fede cotesto veneratissimo signor cavaliere Paolo Renier, a cui perfettamente io sono noto, ed a cui la supplico di rinnovar la memoria del giustissimo mio infinito rispetto: eguale all'alta stima ed al desiderio di sé, ch'egli ha fra noi lasciato in ogni ordine di persone.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Febbraio Bergalli Paolo Renier