Un poco che si secondi diventa nostro tiranno, e non ci lascia più vedere alcun oggetto se non che per la parte funesta. Io mi batto da molti anni, come sapete, con questo terribil nemico, e se non posso debellarlo, non gli permetto almeno d'opprimermi. Fate ancor voi l'istesso: occupatevi quanto potete: non prestate fede a tutte le nere immagini ch'egli vi presenta: procurate di tenere in attività e lo spirito e la macchina; evitate i medici e la solitudine: ed avvezzatevi (per quanto è possibile alle persone del vostro sesso) a contrastar qualche volta con le vostre propensioni. Vi do le ricette delle quali io mi vaglio: e non crediate ch'io non vi compatisca: ma non è bene ch'io vi dica a qual segno. Il vedersi compatito, secondo la mia esperienza, è un fomento a questa infermità. Io sono col solito rispetto.
1856
A FRANCESCO GRISI - ALA
Vienna 9 Aprile 1770.
Nel voler fare l'elogio mio nell'obbligantissima vostra lettera del 29 dello scorso marzo, voi fate quello, mio caro signor Grisi, e del vostro bel cuore e della irreprensibile vostra morale. È un amabile effetto del primo la tenera amicizia che per me conservate, ed è prova non men che premio della seconda il manifesto favore del Cielo, che approva ogni vostra intrapresa. Ricordatevi pur con piacere di quel fango da cui avete avuto il valore di liberarvi: non basta una virtù comune per giungere a tanto: ed è ben glorioso l'essere un esempio così raro come voi siete. I vostri illibati costumi me ne avean dato qualche presagio fin dalla primavera dell'età vostra, ed ora vi son debitore che mi cagiona l'adempimento del mio giudizio.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Grisi Cielo
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