Addio. I soliti abbracci comunicabili, e sono.
1864
AL PRINCIPE N. N. - VIENNA
Vienna 28 Aprile 1770.
Non è facile a comprendersi come Vostra Altezza abbia sperata una buona parrucca da chi non è avvezzo a lavorar che stivali. Le inscrizioni ed i drammi esigono pratica troppo diversa. Ma chi non sarebbe tentato dall'onore d'eseguire un suo venerato comando? Ecco dunque l'inscrizione: e se non è quale dovrebbe essere, non avrà ragione almen di lagnarsene chi non ha scelto un più abile artefice. Per me saran motivi di consolarmene i difetti medesimi: poiché saran questi le prove incontrastabili della cieca e rispettosa ubbidienza con la quale io sono e sarò sempre.
1865
A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 30 Aprile 1770.
Non so se per mia, per colpa vostra, o per colpa d'entrambi il vostro carattere mi va diventando di giorno in giorno meno intelligibile. M'avveggo benissimo della vostra cura nel formarlo nitidissimo, ma conosco ancora che la mano avvezza ad affrettarsi, oltre le sue forze, dietro alla mente, stampa geroglifici invece di parole. Nella vostra lettera del 14 del cadente, alla quale rispondo, vi sono un paio di passi in questo stile, ma come se ne può pescare il senso per conghiettura, per questa volta ve la perdono, a patto che procuriate di non peggiorare. La mia scarsezza di tempo, sulla quale arzigogolate, non nasceva da attuale applicazione a cantar le passate auguste nozze. Io era già da lungo tempo fuori di tale intrigo. Mi aveva già da motti mesi prima ordinata la padrona augustissima un'opera a tale oggetto; ma quando io era già sul terminarla, o la difficoltà di rinvenir cantori degni dell'occasione, o altra cagione a me incognita, fece risolver la Corte ad escluder per questa volta dal numero delle feste nuzziali qualunque teatrale spettacolo; ed io ne fui contentissimo.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Vostra Altezza Corte
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