Io le sono gratissimo di quest'atto di gentil compiacenza, e la prego a continuarla.
L'indefessa compositrice è piena di confusione, di contento e di gratitudine per la fortuna della sua sacra fatica e per le parziali testimonianze che è piaciuto a V. S. illustrissima di dargliene ed in stampa ed in iscritto e riguarda il comando d'un secondo salmo come un sicuro mallevadore dell'approvazione del primo. Avrebbe già posto mano alla nuova opera, ma, impegnata in altro non breve già promesso ed incominciato lavoro, convien ch'ella sospenda il desiderio d'ubbidirla sino alla soddisfazione del debito anteriormente contratto. Intanto, per mettere questo intervallo di tempo a profitto, mi commette di comunicarle una sua riflessione, alla quale attende risposta. Ella crede che un primo e secondo violino sarebbero utilissimi al richiesto componimento, sì per dar quando si voglia quel corpo all'armonia che non può formarsi dal solo salterio, come per quella varietà che in tredici strofette uniformi di metro è tanto necessario di procurare quanto difficile di conseguire. Aggiunga che cotesti violini, come puri accompagnamenti, non si opporrebbero punto al fine che si è proposto il signor don Saverio: poiché volendo egli eseguire il salmo nella sua camera, o a solo, o con la limitata presenza d'alcun amico, potranno essere i violini impunemente trascurati e la sola parte del salterio obbligato, già per sé stessa più delle altre adornata, farà con le voci e col basso un grato e sufficiente concento.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Saverio
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