Vienna 11 Giugno 1770.
Superbo del panegirico che nella vostra del 26 dello scorso maggio avete fatto della mia scrittura, io mi studierò al possibile di conservare in ciò il credito mio appresso di voi, e di non perdere quest'unica preminenza sensibile che mi dà a riguardo vostro la mia primogenitura. Per altro il Ciel mi guardi di adottar mai la vostra ingiustissima idea di esemplificare in quella da me immaginata fra Siroe e Medarse la differenza che corre fra noi. I nostri costumi non sono così opposti fra loro: e, grazie alla benefica superiore assistenza, abbiam fin'ora entrambi rappresentate, senza falli da vergognarsene, quelle parti che alla Providenza è piaciuto di assegnarci in questo sporco teatro del mondo: e con l'assistenza medesima ho fiducia sicura che non sarà smentito dalla catastrofe il costante fin'or conservato tenore della nostra non breve favola. Qui linverno si difende ancor dall'estate, e, a dispetto de' progressi del giugno, ci va da scaltro capitano disputando alla sua nemica nel ritirarsi a palmo il terreno. Non si è mai veduta una più impertinente ostinazione. Addio. Vi abbraccio con la matura appendice e sono.
1875
A GREGORIO GUGLIELMI - AUGUSTA
Vienna 12 Giugno 1770.
I dritti incontrastabili che ha il signor Gregorio Guglielmi sulla stima, sull'affetto e sulla riconoscenza mia non possono soggiacere alla minima alterazione per qualunque ostinato silenzio. A dispetto del nostro interrotto commercio mi parlan sempre di lui i continui progressi del suo merito, del quale coi comuni amici frequentemente si ragiona: la memoria della gratuita parzialità che ho in lui per me conosciuto nella lunga amabile familiarità che ho seco avuta in Vienna, la patria comune, l'affinità di professione, e mille altri giustissimi titoli per i quali sarà sempre il suo nome fra le mie più care ed onorate reminiscenze.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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