Le sue ricerche intorno alle fasciuole, o sien nastri di lana, di cui corona Platone il poeta nello scacciarlo dalla sua repubblica, è messe de' critici di professione: né so come ella mi creda autorizzato ad impiegarvi la mia falce. Non può V. S. illustrissima ignorare che nelle scuole di Parnaso i nostri zibaldoni non s'impinguano di coteste merci: onde non ne siam provveduti se non se quanto, senza la nostra cura di conservarle, ne ha la memoria accidentalmente ritenuto. Non convien ricorrere per tali inchieste ai floridi ed ameni soggiorni delle Muse, ma ai ricolmi più tosto e celebri fondaci e magazzini letterari, de' quali non si scarseggia. Ella ne ha uno abbondantissimo nel diffuso ed erudito libro di Carlo Pascalio, che nel principio del passato secolo raccolse quanto è stato mai scritto e pensato intorno alle corone delle quali ella è curiosa. Io le confesso per altro che non saprei mai in alcun modo accordarmi con cotesto dottissimo critico nella opinione che sia stata segno dirrisione la corona di lana di cui vien cinto da Platone l'esule poeta. Non mi sovviene alcun passo di antico autore che favorisca questa sentenza. Nell'Edipo di Sofocle i vecchi, i fanciulli, e tutto il popolo è coronato di cotesti nastri di lana per implorar soccorso ed assistenza dal re nelle sue miserie, e non per farsi beffe d'alcuno. Ne sono coronate le cinquanta figliuole di Danao, che dimandano asilo al re d'Argo nella tragedia d'Eschilo intitolata Le supplici: e ne coronano le immagini degli dei, oggetto certamente non di ludibrio per esse.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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