Vi dirò solo che dal giorno del loro arrivo noi siamo in continua festa. Pranzi e cene veramente imperiali, illuminazioni superbe, balli d'una magnificenza incredibile, tragedie ed opere in musica eseguite da dame e cavalieri, peregrinazioni deliziose, rappresentazioni d'assalti, di battaglie e di vittorie, espresse al vivo da esecutori periti e da maestri dell'arte: cacce, giuochi, adunanze, passeggi: e quanto sa mai immaginare di lieto e di grande la nostra impareggiabile augusta per dar pubblici segni del suo contento. Io non posso approfittarmi se non se in qualche picciola parte di così allegre circostanze, perché la benemerita mia annosa macchinetta esige ormai giustamente da me il contraccambio della lunga ubbidienza ch'essa mi ha per tanto tempo pazientemente prestata; ma immagino quel che non veggio, e sono occupatissimo anch'io di quella gioia epidemica della quale tutti indifferentemente son pieni.
Riverite, vi prego, distintamente a mio nome l'esemplare nostra signora Livia, e ditele che se l'ho sempre sommamente stimata per le invidiabili doti del suo raro ingegno, ora la rispetto e l'ammiro per le qualità eroiche del suo bel cuore, delle quali vi è piaciuto informarmi: e guardatevi un'altra volta, quando mi parlate di lei, di profanarne il discorso, accomunandolo con quello delle signore N. N.
Il conte Piccolomini, sensibilissimo alla cortese memoria che conservate di lui, vi manda per mezzo mio mille tenerissimi abbracci. Il serenissimo granduca gli ha offerto improvvisamente di suo proprio moto gli onorati posti di Consigliere di Stato e Ministro per gli affari stranieri, quando voglia tornare in Firenze.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Livia Piccolomini Consigliere Stato Ministro Firenze
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