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      Perché non mi rimanesse scrupolo alcuno onde rimproverarmi di trascurato, ho fatto ricercar nella Biblioteca imperiale se mai il Garelli avesse depositato qualche suo scritto analogo alla materia dell'opera vostra fra gli altri manoscritti che vi si conservano, ed è stata inutilissima anche questa cura; onde ho dovuto rinunciare ad ogni speranza d'esservi utile in questa commissione. Forse in qualche altra Università di Germania potrebbe rinvenirsi ciò che voi cercate, ma in questo nostro emporio trova spaccio ogni merce fuorché la letteraria.
      Mi sarà carissimo il poema impresso che mi fate sperare e vi sono intanto gratissimo del parzial pensiero che avete di provedermene. Addio, mio caro signor Rovatti: voi sapete che non posso esser lungo perché il mestier dello scrivere mi divien ogni giorno più grave: ma di giorno in giorno sento che vi amo e vi stimo di più, e che ancor che volessi non potrei non essere il vostro vero amico e servitore.
     
     
     
      1896
     
      A FRANCESCO ANTONIO MAINONI - MILANO
     
      Vienna 6 Settembre 1770.
     
      Le nuove obbligantissime confermazioni, che da Vostra Paternità illustrissima per mezzo del gentilissimo signor conte Bolza mi pervengono, della costante disposizione dell'animo suo a favor mio, sono in qualche modo un meritato contraccambio del sincero affetto e della solida stima da me per lei concepita, sulla sicura fede de' saggi poetici da lei altre volte cortesemente comunicatimi. Confesso che l'eccessivamente vantaggioso credito nel quale mi veggo appresso di lei mi cagiona qualche rimorso: e so benissimo che dovrei e potrei agevolmente disingannarla.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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