Io deggio desiderare, e veracemente desidero, che la costante fertilità del terreno, la di cui coltura ha ella prudentemente intrapresa, non le conceda un sol momento d'ozio per altre cure. Ma le sono intanto (com'è di ragione) gratissimo di un obbligante pensiero, che mi scuopre quanto è grande la generosità del suo bel cuore e quanto invidiabile il luogo che ho la sorte di occuparvi.
* Se avessi ascoltato anch'io al par di lei risuonar ne miei versi quella soave armonia della quale il signor principe d'Ardore ha saputo rivestirli, gli amerei forse più che non gli amo, e gli stimerei perciò forse degni del rincrescevole lavoro ch'ella vorrebbe ch'io intraprendessi, cioè di guarnirli di notizie istoriche e cronologiche per una nuova ristampa. Ma il nudo merito loro non basta, mio caro signor don Saverio, per rendermi grata una così noiosa occupazione: tanto più che s'io la trascuro non temo punto che i posteri abbiano molto a dolersene.*
Alla graziosa Memoria da lei a cotesto così dotto come saggio ministro signor marchese Tanucci indirizzata, sono ben giustamente dovuti quegli applausi che universalmente riscuote. Essa è facile, decente, ingegnosa e piena di quella urbana festività che fa inspirare ilarità senza il soccorso di alcun tratto scurrile. Non par credibile che sia nuovo per lei questo stile. I suoi tentativi posson servir per modelli. Io sono ormai sì convinto che per lei non vi sia cosa impossibile, che se le venisse il capriccio di applicarsi a volare, non dispererei di vedermela comparire improvvisamente ed entrarmi in camera per la fenestra.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Ardore Saverio Memoria Tanucci
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