Pagina (559/1264)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Son pieno di confusione e di riconoscenza per la parziale e generosa disposizione di cotesto gentile ed erudito vostro amico ad onorarmi con la dedica del suo poema lusitano, onde vi prego ad esporgli vivamente i sinceri sentimenti del grato animo mio, e l'impazienza ch'io provo di vedere espressa da mano maestra nel nostro idioma un'opera che ha meritata la concorde universale approvazione; ma dopo queste dovute candidissime proteste, impiegate, vi supplico, tutta la vostra eloquenza a dimostrargli che la natura del dono, il suo proprio ed il mio vantaggio non mi consigliano né mi autorizzano ad accettarlo. Per immemorabile prescrizione hanno jus acquisito sopra tutte le dedicatorie quegli opulenti figli della fortuna fra' quali non è piaciuto alla Providenza di collocarmi. E l'opera e l'autore (surrogando a qualche gran nome quello d'un povero abitator di Parnaso) si priverebbero delle giuste speranze de' solidi vantaggi che potrebbero promettersi dalla ricchezza e dalla potenza. Un onore a me così poco dovuto ecciterebbe i malevoli ad esaminarne la sproporzione, ed il Ciel mi guardi da così pericoloso esame; e finalmente, avendo per coteste invincibili ragioni ricusato sempre fin'ora d'accettar somiglianti incensi tanto superiori al merito mio da chiunque ha mostrato tentazione d'offrirmene, io ho perduto l'equilibrio della condescendenza, se non voglio incorrere la giustissima indignazione di quelli a quali l'ho fin'ora negata. Fate voi, mio caro signor Filipponi, che cotesta mia, per altro ragionevole ripugnanza, non mi scemi la parzialità d'un così degno letterato, che per cosa del mondo non vorrei perdere.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Providenza Parnaso Ciel Filipponi