Vi ricordo di riverirlo divotamente a mio nome e di rendergli le dovute infinite grazie per le tante affettuose cure ch'egli si addossa per amor nostro. Addio: vi raccomando il povero fratello, il quale anche risanato dall'incomodo presente avrà gran bisogno d'assistenza. E pregandovi dal Cielo ogni prosperità con vero affetto mi confermo il vostro.
1930
A GIACINTA BETTI ONOFRI - BOLOGNA
Vienna 30 Marzo 1771.
È un nuovo motivo di accrescersi alla stima ch'io giustamente ho sempre fatta della gentilissima signora Giacinta il sentirla in conoscenza col mio caro gemello il signor cavaliere Broschi: poiché il fino discernimento del medesimo mi assicura del merito delle persone che sono in consuetudine con esso lui. Ed io invidio e l'uno e l'altra per la scambievole loro compagnia, alla quale non è permesso a me d'aspirare. Benché sia la mia primogenita io non perdonerò mai alla mia Didone d'aver data occasione ad un pericolo del mio amatissimo signor cavaliere Broschi. Cotesta mal consigliata figliuola seconda ben poco le inclinazioni del suo padre, cagionando incomodi alle persone che sono a lui più gradite. Sulle assertive di V. S. illustrissima mi lusingo per altro che l'accidente non abbia avute conseguenze da considerarsi: e la prego intanto d'esser portatrice al degno amico delle mie più tenere e più sincere espressioni.
Non so quando, con chi, o se mai, parlando di lei abbia io impiegata la frase di "canora pastorella". Ma se ciò fosse, crederei ottimamente fatto l'attribuirle quella amabile ed incantatrice qualità, ch'io so che l'adorna distintamente fra le molte altre che la rendono stimabile.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Cielo Marzo Giacinta Broschi Didone Broschi
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