Non è picciola pruova dell'invidiabil e dispotismo ch'esercita, quando gli piace, il mio caro signor don Saverio su le operazioni della sua per altro vivacissima fantasia, l'averne saputo fissare la nativa mobilità nella minuta, ordinata ed esatta relazione dell'esito del salmo prodotto, scritta in mezzo al tumulto seduttore d'una festiva adunanza. La contentissima compositrice glien'è all'eccesso riconoscente; poiché nella distinta relazione suddetta non ha essa trovato negletto alcun di que' passi ai quali si è particolarmente studiata di procurare approvazione; ed è oltremodo superba che vi sia costì chi non sappia ridursi a credere che una persona del sesso e dell'età sua possa giungere a tanto. Il fenomeno non è veracemente ordinario; ma ne sono tanti i testimoni, ed i suoi progressi nell'arte van così di giorno in giorno crescendo visibilmente, che sarebbe oggimai manifesta ingiustizia il voler supporre un'inutile impostura in terreni dove non ha mai germogliato. Tutto l'aiuto ch'io, tanto meno di lei nella scienza armonica istrutto, e le do e posso darle, si è il far che legga in mia presenza le parole che vuol porre in musica, prima di metter mano all'opera; e, quando non son contento della sua espressione, farle sentire, rileggendole io medesimo, la maggiore o differente energia della quale abbisogna il sentimento di quelle. Per altro sia pur certa V. S. illustrissima che ne' due salmi mandati non v'è né una nota, né un pensiero, di cui ad altri che a se stessa la signora Martines sia debitrice.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Saverio Martines
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