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      Io le ho intese mercé di lei, ed ammirate a tal segno che non mi son punto avveduto della lor veste cambiata. Non ho osservato nella sua traduzione né pur un solo di quei tratti di pennello mal sicuri e servili che sogliono distinguer le copie dagli originali; e son persuaso che, se il primo sublime autore avesse cantato su le rive dell'Arno, avrebbe procurato di esprimere i suoi pensieri con quella fluida e chiara nobiltà e con quella costante e varia armonia di cui gli ha V. S. illustrissima, trasportandoli, mirabilmente arricchiti. Comprendo qual faticosa cura debba averle necessariamente costato un così difficil lavoro; ma parmi ben degnamente impiegata. Quanto sia grande il merito di questo eccellente scrittore si prova coi suoi difetti medesimi, poiché, malgrado l'ordine negletto, le frequenti ripetizioni, l'ostinato costume di mostrarci sempre gli oggetti dal lato lor più funesto e di non volerci condurre mai alla virtù per altra via che per quella della disperazione, malgrado, dico, tutte coteste così rincrescevoli circostanze, ei sa rendersi assolutamente padrone del suo lettore e trasportarlo seco dove gli aggrada. Pensa egli sempre, e sempre con profondità e con grandezza: immagina sempre, e sempre con novità ed evidenza, e tutto vivacemente, vigorosamente e splendidamente colorisce; onde nella copia delle luminose bellezze che abbondano, non resta luogo al desiderio delle perfezioni che mancano; come appunto nella magia del colorito del Rubens si disperde talvolta l'irregolarità del disegno.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Arno Rubens