Il solo generoso e cortese invito di venire ad alloggiar seco in Piacenza dovendo trasportarmi in Italia, mi ha risvegliato nella mente un tumulto di liete e ridenti idee. La poetica prontezza ad immaginare si è messa subito in operazione, e mi son immediatamente figurato il nostro primo incontro, gli abbracci, le dimande, le risposte, le amene passeggiate, le scelte società nelle quali l'autorità sua mi farebbe aver luogo: ed ho così gustata gran parte d'una fortuna che poco spero, perché non so immaginarmene una opportuna occasione. Quella della rappresentazione del nuovo mio dramma è per me ben poco attrattiva, poiché una lunga e dolorosa esperienza mi ha fatto conoscere quale enorme dose di pazienza mi bisogni per veder senza escandescenze aggiungersi ai miei propri gl'infiniti intollerabili difetti degl'inabili ed indocili esecutori.
Ho spiegato il decoroso carattere di suo commissario con la signora contessa Figuerola, monsignor Perlas e le case Puebla e Collalto: ed il mio ministero mi ha reso loro gratissimo, perché a tutti è presente a qual segno è desiderabile la sua compagnia, e tutti esigono da me ch'io l'assicuri del dovuto contraccambio che le rendono della sua obbligante memoria. Ma l'indefessa compositrice alla preghiera di umilmente rivederla ha subito congiunta la dimanda di "quando sarà il ritorno di V. S. illustrissima e reverendissima in Vienna". La compiacenza che ha provata nelle approvazioni d'un giudice così stimabile l'ha resa desiderosa di procurarne delle altre ai suoi continuati progressi.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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