Sul nuovo sistema di Milano si tengono frequentissime conferenze: ma ciò che ne risulta è tuttavia mistero per i profani. Sappiamo (benché non sia ancora secondo lo stile aulico pubblicato) che il Maggiordomo maggiore dell'arciduca sposo sarà il conte di Kevenhüller, presentemente ministro in Torino, e che la consorte di questo occuperà la carica medesima appresso la sposa arciduchessa. Sappiamo che al conte di Rosemberg sono stati assegnati 10 mila fiorini annui senza alcun peso per ora: ma ognun crede che non sarà lungo l'ozio suo. Si predica sempre vicina quell'iride pacifica ch'ella attende per risolversi a tornar di nuovo a respirar le sacre aure del Vaticano: ma, benché in qualche picciola parte scemati, sono ancor tanti e così attivi quelli che non la vogliono, ch'io non so che sperarne. Non cessi però ella di riamarmi e di credermi sempre con la più affettuosa costanza e col più sincero rispetto.
     
     
     
      1946
     
      A EMANUELE TORRES - GORIZIA
     
      Vienna 19 Giugno 1771.
     
      Sono così antichi, riverito signor conte, e così solidi i miei dritti sulla vostra ereditaria parzialità a mio riguardo per materna non meno che per paterna irrevocabile disposizione, ch'io vi credo nato con l'istinto d'amarmi: e su questa fiducia non sarei abile a dubitarne, ancorché la bontà vostra non me ne somministrasse (come va di tratto in tratto facendo) sempre nuovi argomenti. L'epoca poi dell'amor mio verso di voi precede quello della vostra nascita, poiché molto prima che voi nasceste io vi ho amato ne vostri genitori come parte integrale de' medesimi: ed il vederne in appresso tutte riprodursi in voi le amabili e stimabili qualità, nè stato aumento ma non principio: sicché, tutto ben calcolato, è certissimo ch'io sarò sempre vostro e che vi crederò sempre mio.