Il Ciel mi guardi d'esser commensale degli dei d'Omero: le vivande che voi loro destinate invece dell'ambrosia accrescerebbero i miei flati ipocondriaci, de' quali voi non ignorate quanto io abbia poco bisogno. Non sarà forse cibo più delicato il mio Ruggiero, che voi tanto desiderate e che pur troppo avrete in espiazione di qualche vostro peccato. Ma qualunque egli sia, non vi vendicate almeno de' suoi difetti sopra il povero autore, che fa moltissimo quando a quest'ora ubbidisce, e che sarà sempre con tenerezza eguale al rispetto.
P. S. Fate gradir, vi prego, i miei riverenti ossequi alla bella vostra sultanina, e ditele ch'io esulto sentendomi replicar concordemente da tutti gli elogi de' dolci suoi adorabili costumi.
1947
A GIOVANNI AMBROGIO MIGLIAVACCA - MILANO
Vienna 24 Giugno 1771.
La lettera del mio carissimo siglior Migliavacca, che ieri mi fu recata dal signor Pietro Lunati, mi ha per ogni ragione consolato ed obbligato fuor che per l'interno suo rigoroso cerimoniale, che fa un poco d'insulto alla nostra confidente amicizia: ma il piacere che mi ha cagionato non lascia luogo a qualunque benché giustissimo risentimento. Il portatore della lettera suddetta, ne' pochi momenti che ho seco ragionato, mi è paruto uomo colto, di gentili maniere, e degno del suo mallevadore. Gli ho offerto sinceramente tutto quello ch'io vaglio: ma desidero, per vostro e per onor mio, ch'egli non esamini troppo minutamente il valor dell'offerta. Ho avuta qualche leggiera speranza di vedervi comparire in Vienna con la insubre numerosa colonia che si è qui trasportata: ma veggo che secondo il suo costume la mia speranza m'inganna e che deggio commettere alla mia fantasia poetica tutti quei reali tenerissimi abbracci ch'io vi avea preparati.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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