Al distico del celebre signor Flaminio Scarselli non manca altro per essere irreprensibile che la circostanza d'essere più degnamente impiegato. Il vostro sonetto vorrebbe rappacificarmi con Muzio Scevola, ma tutto il suo coraggio non basta a giustificare l'assassinio ch'io detesto, con buona pace di tutta l'antichità. Addio. Crediatemi ottimo amico, benché scarso corrispondente, né dubitate ch'io sia per esser sempre.
1972
A DANIELE FLORIO - UDINE
Vienna 4 Dicembre 1771.
Seguitando le tracce di V. S. illustrissima son certo di non errare: onde unisco in un foglio ancor io le due risposte alla sua ed alla gentilissima lettera del signor suo fratello, che unitamente mi giungono; e secondo in tal guisa anche in questo il genio esemplare dell'amabile loro fraterna concordia. L'eccessiva gratitudine del mio caro signor conte Daniele per la giustizia ch'io debitamente e con sommo mio contento gli ho resa in Vienna potrebbe indicar per avventura una sorpresa in lui, quasi d'evento non aspettato, sorpresa che non lusingherebbe punto il mio amor proprio, poiché supporrebbe che per tanti avesse egli sempre fin ad ora ignorata la mia venerazione per la verità e la prontezza mia nel pagare i dovuti da ciascheduno al merito, ragionevolissimi tributi. Ah mi guardi il Cielo da così umiliante mortificazione. Ma no: il mio amatissimo signor conte, misurando gli altri, come tutti facciamo, da se medesimo; non può mai giudicar del prossimo suo sinistramente a tal segno. E cotesti eccessi di gratitudine non sono in lui che l'affettuosa effusione d'un bel cuore, bramoso di trovar negli amici le giustificazioni dell'amor suo: e da questa sorgente medesima derivano le vivaci espressioni con le quali egli parzialmente esalta il mio Ruggiero: parzialità che, assicurandomi dell'amor suo, mi raddolcisce il rimorso d'averle in gran parte usurpate.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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