È verissimo che il mio ritratto, che si trova in Roma nel Serbatoio d'Arcadia, fu da me costà da Vienna mandato ad istanza del signor principe don Sigismondo Ghigi; ed è vero altresì che cotesto è diligentemente copiato da quello che fin'ora più mi somiglia, benché a me non paia doverne essere eccessivamente superbo. In quello che le accludo è perfettamente espressa la fisonomia della mia parrucca e del mio collare, ma non già quella del volto. Nulladimeno ho creduto non inutile l'inviarlo, poiché alcune esterne ma vere circostanze sogliono giovar talvolta moltissimo a suggerir l'aria di un viso. Mi somministri occasioni onde meritar la sua parzialità, e mi creda frattanto con riconoscenza eguale alla stima.
1976
A FRANCESCO FLORIO - UDINE
Vienna 10 Dicembre 1771.
Non potrebbe mai dissimulare, anche volendo, il tanto amato quanto da me riverito signor conte Daniele, suo degnissimo fratello, l'innata qualità d'eccellentissimo poeta. Dalla impressione che hanno fatta nell'animo di V. S. illustrissima e reverendissima le sue relazioni intorno al contegno da me tenuto a riguardo di lui nel suo soggiorno in Vienna, riconosco la facoltà seduttrice della sua eloquenza poetica, che ha saputo trasformare in meriti miei quegli atti di giustizia che, da me negletti, avrebbero a me solo fatto gran torto ma non a lui. Non ha egli certamente bisogno di promulgatori del suo valore: questo è tale che si fa conoscere da se stesso, non meno che i candidi suoi illibati costumi, i quali, come merce a' nostri giorni assai rara, accrescono col proprio lo splendore d'ogn'altro pregio.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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