Mi ha tanto onorato quanto consolato il gentilissimo foglio del degnissimo figliuolo dell'Eccellenza Vostra l'arcivescovo di Bari. Io n'era veramente sollecito non avendone da qualche tempo alcuna notizia. Sono debitore all'Eccellenza Vostra del piacere che ho provato nel riceverne: ed accresce qualità al favore il merito di chi me l'ha procurato.
Le rendo grazie infinite delle cure ch'ella prende della fortuna del mio Ruggiero su cotesto teatro. Ma né costì né altrove io ho speranza che possa ormai esser rappresentato secondo l'idea di chi l'ha scritto.
I nostri cantori e cantatrici eroiche hanno ceduto per tutto l'impiego di rappresentare ai ballerini, e si contentano di servir d'intermezzi a questi: onde le opere serie non sono ora che una noiosa appendice degli spettacoli teatrali. Può essere che questa epidemia non abbia ancora occupato il teatro di Napoli; ma è impossibile che ancor esso non si risenta della peste universale, almeno in parte. Non posso dar giudizio né d'Aprile né della Bernasconi perché non ho veduto né l'uno né l'altra in teatro. Ho sentito con molto piacere cantare in camera il primo, e per un eroe guerriero mi è paruto di picciola figura: ma l'altra non so come comparisca né come canti. Qui vi sono stati partiti intorno al merito di lei eccessivi e nel bene e nel male; onde io, che non posso parlar che per relazione degli altri, sarei cattivo testimonio del merito o del demerito di lei. So che vi sono stati impegni per farle rappresentar la parte di "Bradamante" in Milano: e che l'augustissima padrona non ha dato il suo assenso, e ne ignoro il motivo.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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