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      Si figuri ella quali siano stati i nostri ragionamenti intorno a' di lei meriti ed ai progressi che da noi se le destinavano, e quanto a me sia mancato nella perdita di così invidiabile compagnia. Un effetto di questa mancanza mal da me tollerata è stato il supplemento ch'io me ne son procurato per mezzo dell'eccellentissima signora principessa sua madre, confessandole la mia sete delle notizie di Bari. Già che l'ha V. S. illustrissima e reverendissima così pienamente ed umanamente sodisfatta, la supplico di conservarmi questa sua generosa e benevola propensione, e di conservar gelosamente se stessa all'amore, alla venerazione ed alle speranze di chi non men per debito che per costume è stato e sarà sempre.
     
     
     
      1979
     
      AD ANGELO MAZZA - PARMA
     
      Vienna 16 Dicembre 1771.
     
      L'obbligo che V. S. illustrissima m'impone d'un dovuto contraccambio di lodi, per quelle di cui soprabbondantemente mi onora nell'ultimo ufficioso suo foglio, mi fa temere che possa comparire per avventura appresso di lei gratitudine la giustizia che io rendo agli eletti suoi lirici componimenti, de' quali si compiace di farmi parte, onde, evitando ogni espressione che possa avere sembianza d'elogio, le dico con istorica semplicità che ella ha saputo mirabilmente far servire il genio libero, scintillante e vivace della poesia alla minuta analisi filosofica dell'essenza e dell'attività dell'armonia ricercata in tutte le operazioni della Natura. Impresa vasta e difficile perché suppone in chi l'eseguisce perizia eguale in due facoltà ben diverse, e che non ha dimostrato artificio meno magistrale nello scoprire (com'ella ha fatto, poeticamente illustrandoli) tutti i più reconditi misteri d'Imeneo, e con evidenza così luminosa che potrebbe quasi non a torto risentirsene cotesta gelosa deità, a cui non suol esser vantaggioso che si diradi la nebbia de' suoi misteri; e dico finalmente che qualunque soggetto ella tratti, sia esso filosofico o amoroso, li copia de' suoi pensieri supera sempre quella delle parole, e la stretta energia di queste, rese docilissime fra le sue mani, non è mai soverchiamente aggravata dall'abbondanza di quelli.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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