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      Prego Dio che questo denaro sia impiegato in cose utili e necessarie, e non si dissipi al solito.
      Vi acchiudo la scrittura autentica che dimanda da Napoli il signor avvocato Leopardi: e desidero che possano venire in casa i ducati napolitani 400, de' quali siamo ancora creditori: ma temo o che non se ne faccia mente, o che se ne faccia un impiego del quale non si possano godere che i frutti, che sarebbero una miseria di nove o dieci scudi l'anno. A buon conto consegnate l'annessa scrittura al Padre superiore della Chiesa Nuova, insieme coi miei rispetti e rendimenti di grazie: ed egli avrà la bontà di farla passare in Napoli all'avvocato.
      Come volete mai ch'io possa fare adesso una donazione del credito napolitano in comune, avendola già fatta da tanto tempo alla persona di mio fratello? La seconda sarebbe invalida? Ho scritto per altro a Leopoldo che quando feci a lui la donazione intesi di farla alla casa, e che la mia intenzione è che il fratello e la sorella si risentano egualmente delle mie beneficenze. Ho gran paura che questa mia generosità cagioni dissensioni fra Barbara e Leopoldo, e per conseguenza inquietudini a me: dite dunque a lettere di scattola all'uno ed all'altra ch'io son stracco di veder pagate le mie amorose beneficenze con continue querele e dissensioni domestiche. Che pensino ad accordarsi ed a vivere insieme da cristiani, da fratelli e da amici, e che non continuino così indiscretamente ad inquietarmi, altrimenti io sarò obbligato a pensare alla mia quiete in qualche forma che non sarà a loro profittevole.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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