2014
A VINCENZO CAMILLO ALBERTI - BOLOGNA
Vienna 7 Maggio 1772.
Non è colpa né di codesto signor dottore, né di questo degnissimo signor abate Taruffi il tardo arrivo al suo destino del plico, che già lungo tempo fa v'inviai con due drammi, in esecuzione de' vostri comandi, ma inconveniente inevitabile della nostra disgiunta situazione, che non somministra frequenti occasioni di opportuni portatori, e conviene senza scelta accettarli quali si presentano. La stessa sorte correrà forse il vostro commentario che asserite avermi indirizzato, perché finora non è comparso. Io non lascierò di rendervene conto quando mi pervenga.
Le numerose letterarie fatiche che voi vi proponete e compite mi assicurano che la vostra mente non si risente dei disordini della sua macchina, e sommamente me ne congratulo; argomentando che questi almeno non sien dolorosi, lasciando tutto l'arbitrio alle operazioni di quella. Ho letto il sonetto, e mi è paruto proporzionatissimo al soggetto. Non iscuso il mio laconismo, perché voi ne sapete le cagioni che meritano compatimento e non perdono. Conservatevi e credetemi
2015
A FRANCESCO GRISI - ALA
Vienna 7 Maggio 1772.
Voi, mio caro signor Grisi, esultate sul ritorno di primavera, fidato all'annuncio che ce ne danno le sollecite violette; ma qui con le viole insieme hanno germogliato alcuni incomodissimi dolori reumatici, ch'hanno esercitata ed esercitano tuttavia la pazienza della maggior parte de' galantuomini. Io, benché per l'età mia nemico giurato delle mode, ho dovuto mal mio grado conformarmi a questo e sono stato due settimane in casa, accarezzando gli ospiti miei, che ora mi accompagnano nelle mie passeggiate e non vogliono ancora abbandonarmi interamente.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Taruffi Grisi
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