Pagina (664/1264)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Addio. Pensate a viver tranquillo: io penserò a far che nulla vi manchi di quelle cose quibus doleat natura negatis: e non lascerò mai d'essere con la medesima tenerezza.
     
     
     
      2017
     
      A BARTOLOMEO BENINCASA - MODENA
     
      Vienna 16 Maggio 1772.
     
      Anche senza il lenocinio del mio amor proprio, che voi, mio caro signor Benincasa, così poco cristianamente andate solleticando, sempre avrei dovuto egualmente compiacermi moltissimo nel leggere l'ultima vostra elegantissima lettera; essa è tale che fa subito concepire una chiara alla cartesiana e distintissima idea del bel cuore e della limpida mente dell'erudito, eloquente, filosofo ed amico scrittore. Essa, non ingombrata di quegli ambiziosi ornamenti che vuole Orazio che si recidano, comparisce ornatissima; essa piace al sommo, senza che vi si scopra, come per lo più in quelle di Plinio, l'eccessiva, in chi scrive, avidità di piacere; ed in essa in somma le straniere adottive bellezze non usurpano il luogo alle proprie ed innate, per le quali han tanta efficacia sugli animi nostri la verità e la natura. In grazia dunque dei tanti pregi che la distinguono, io vi perdono i rimorsi che mi han cagionato in questa lettera gli amorosi trascorsi dell'affettuosa vostra parzialità, e farò voti all'ombra d'Ovidio affinché non venga ad infestarvi in vendetta de' torti che, per troppo favorir me, fate a lui.
      Lo stato di mia salute è tuttavia, in apparenza, qual voi l'avete lasciato, e se non è così prospero come io lo vorrei, lo è più di quello che l'età mia mi autorizza a pretenderlo; onde procuro di consolarmi del mal che soffro riflettendo alla mancanza del peggio che mi converrebbe.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Benincasa Orazio Plinio Ovidio