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      Conservate sempre questa lettera, e rileggendola di quando in quando serva continuamente di vostra regola. Voi vedete a qual segno io mi fido di voi: confermate con le opere vostre la mia fiducia e siate sicuro che io non ve ne sarò ingrato. Addio, caro Buzzano. Io sono e sarò sempre il vostro.
     
     
     
      2021
     
      A GIUSEPPE AURELIO MORANO - NAPOLI
     
      Vienna 1 Giugno 1772.
     
      Fra gli infiniti beneficii de' quali io son debitore all'immortale mio maestro Giovan Vincenzo Gravina, io deggio contar l'affettuosa gratuita propensione di V. S. illustrissima verso di me, che (toltone la invidiabile graduazione di discepolo d'un tanto uomo) non ho né mai ho avuto facoltà ed occasione di meritarla. Ne conosco il valore, e mi duole che ormai io non sia più in istato di poterne ritrarre quel piacere che senza fallo mi produrrebbe una con esso lei regolare e continua corrispondenza. Ma (come altre volte parmi d'averle scritto) la penna incomincia ad essermi grave; onde io vado evitando le occasioni di convincermi fisicamente de' furti che gli anni mi vanno giornalmente facendo delle mie meccaniche facoltà. Non è però ch'io mi compiaccia meno dell'amor suo, che meno gliene sia grato, o che gliene renda un men giusto contraccambio. Io scuso la mia debolezza, ma non nascondo il mio debito.
      Gregorio Caroprese, filosofo de' più illustri dell'età sua, è stato ancor mio maestro. L'abate Gravina nella prima mia adolescenza mi condusse alla Scalea, e volle ch'io sotto di quello facessi tutto il corso filosofico. Delle opere di questo grand'uomo non so che ve ne sia stata mai alcuna terminata.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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