Se qualche occasione non mi obbliga a scrivere, farò una picciola parentesi al nostro commercio ebdomadario la settimana ventura, e ve ne avverto perché non facciate arzigogoli sulla mancanza della solita lettera. Addio, saluto il nostro Buzzano, che non dubito che s'intepidisca nell'attenta sua esperimentata cura di fedelmente servirvi ed affettuosamente assistervi, e mi confermo al solito.
2032
A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 10 Agosto 1772.
Accuso la ricevuta della vostra del 24 dello scorso luglio e con ciò consumo tutto il materiale che le mie circostanze mi somministrano per una lettera. Il nostro degnissimo monsignor Garampi era un ben gradito soggetto della nostra corrispondenza: ma egli, mentre io scrivo, si allontana da noi: poiché deve esser partito oggi di buon mattino, secondo le disposizioni che ieri mi comunicò fra gli ultimi teneri abbracci e congedi: fra' quali si ricordò specialmente ed affettuosamente di voi, incaricandomi di assicurarvi della sua vera amicizia. La Providenza, che gli ha assegnato un così elevato ma difficile ministero, è da sperare che l'assisterà nell'adempirlo. Ne avrà ben di bisogno, perché la provincia a lui commessa è ben dura. Addio. Non vi beccate il cervello per darmi nuove. Io non ne son ghiotto, e voi non siete in istato di fornirmene tali che meritino l'incomodo di scriverle. Vi abbraccio, saluto il Buzzano e sono.
2033
A CARLO BUZZANO - ROMA
Vienna 17 Agosto 1772.
Con la vostra del primo del corrente ricevo le notizie della casa e di mio fratello, le quali mi affliggono sommamente, perché, come voi dite, non hanno rimedio se non quello della pazienza.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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