Le gentilezze che egli vi va dicendo mi farebbero rabbia, se non mi facesse compassione un povero fratello che parla senza saper quel che dice. Abbiate dunque ancor voi su questa considerazione quella pazienza che mi consigliate, e preghiamo Dio che ce la conservi. Io sono contentissimo del trattamento di tavola col quale voi regolate i pranzi e le cene di mio fratello, e non dubito che ne sarà ancor esso contento. È certo che con me egli si loda molto di voi ed avrebbe torto se non lo facesse. Grazie a Dio che in questo almeno è ragionevole. Addio, caro Buzzano. Io non scrivo oggi all'avvocato, non avendo sue lettere a cui rispondere. Continuate con la vostra cristiana e fedele assistenza, sicuro ch'io ve ne terrò conto e sarò sempre il vostro.
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A GIUSEPPE ROVATTI - MODENA
Vienna 17 Agosto 1772.
Avendo io ier l'altro mandato alla dogana per riscuoterne un libro che mi viene in dono da un letterato napolitano, in vece del medesimo, non ancora assoluto dalla censura, mi vidi con somma mia mortificazione recare innanzi quattro esemplari della vostra lettera a me diretta sopra il poema di Dante, i quali da me inutilmente più d'una volta richiesti sono rimasti, chi sa mai in qual canto, nascosti e dimenticati senza che più mi rimanesse speranza di rinvenirli. Sa il Cielo, mio carissimo signor Rovatti, quali ipocondrici raziocinii avrete intanto voi fatti sul mio silenzio a svantaggio del tenero amor mio, e forse di voi medesimo. Ma queste sono le strane e qui non rare vicende alle quali soggiacciono i trasporti di checchessia che ci vengono d'Italia, e specialmente di libri, ai quali la religiosa e prudente cura della adorabile nostra sovrana di non ammetterne dei dannosi differisce considerabilmente l'ingresso: non credo per trascuranza, ma per fisica insufficienza di quelli a' quali è addossata la laboriosa commissione di esaminarli.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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