I miei augusti sovrani non credo che pensino a me; e se per eccesso di clemenza vi pensassero, io sarei in debito d'implorare da loro la dispensa da un tale incarico superiore alle mie forze fisiche, le quali ormai non basterebbero a compir degnamente i doveri d'un tal impiego. Sono per altro sensibilissimo alle veraci prove del vostro affetto che questo vano romore mi ha procurate; e ve ne rendo il dovuto contraccambio della più sincera riconoscenza.
Non posso risentirmi del vostro laconismo, avendovene io dato l'esempio: ma vorrei bene che non fosse effetto dell'incomodo stato di salute in cui troppo ostinatamente vi tiene qualche genio maligno, che vorrei che alfin si placasse. Ve l'auguro, e veracemente lo desidero, essendo invariabilmente.
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A CARLO BUZZANO - ROMA
Vienna 21 Agosto 1772.
Voi avete prove sicure della cieca fiducia che io ho sulla vostra coscienza, onoratezza e fedeltà; voi sapete che una sola vostra parola ha valuto appresso di me come un solenne testamento, rogato per mano di pubblico notaro: io credo che abbiate meritato da me questo credito, e non dubito che continuerete a meritarlo. L'annessa cambiale di scudi venticinque, che vi accludo affinché possiate rivestirvi e fare le altre picciole provisioni necessarie per la casa, è un'altra prova del credito che voi avete appresso di me, poiché io vi mando questo soccorso straordinario benché mio fratello non molto tempo fa mi scrivesse d'essersi trovato alle strette per aver dovuto rivestirvi: e benché sia per me difficile a comprendere che venticinque scudi al mese non bastino in Roma al sostentamento d'una sola persona.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Agosto Roma
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