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A BARTOLOMEO BENINCASA - MIRANDOLA
Vienna 10 Settembre 1772.
L'aria festiva che regna, mio amatissimo signor Benincasa, in tutta l'ultima vostra lettera mi assicura della tranquilla situazione dell'animo vostro, della quale mi congratulo cordialmente con voi, sperando che sia essa frutto delle prospere vostre esterne circostanze. E se per avventura non m'apponessi, non lascerei perciò di rallegrarmene: anzi il farei con più ragione, essendo certamente assai più sincera e durevole in noi la serenità prodotta da un filosofico raziocinio, di quella che ci presta di quando in quando a capriccio l'incostanza della fortuna. Io mercé i disinganni d'una lunga vita sarei in debito di saper meglio di voi dare il giusto prezzo alle cose ed a fabbricarmi quella felicità della quale l'umanità è capace: e non trascuro di procurarlo; ma con molta invidia mia parmi di rimanervi indietro, perché l'animella che alloggia in questa mia incomoda guaina non ha sempre l'agio che bisognerebbe alle sue libere operazioni. Con tutto ciò io deggio e sono contentissimo della mia sorte, perché se ella non è così felice quanto io per avventura vorrei, è per altro migliore di quello che gli anni miei mi autorizzano a pretenderla.
Vi sono gratissimo de' sonettini che mi avete mandati, felici ne' pensieri e nelle espressioni. Il dialetto dell'ultimo mi ha un poco da bel principio arrestato: ma riandandolo più volte così tastone, l'ho pur finalmente decifrato, e son giunto a gustarne il sale che lo condisce.
Oh quanto volentieri farei il quarto nel vostro triumvirato!
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Settembre Benincasa
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