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      Gradirò moltissimo di conoscerlo personalmente, essendomi già noto pe' suoi rari talenti.
      L'insegnar le lingue a' nobili oltramontani, già iniziati col mezzo della lettura de' buoni poeti e col far loro tradurre una lingua per l'altra, è, a mio credere, il miglior metodo che tener si possa, tanto più che li mette a portata di conversar seco loro in una maniera gaia e dilettevole. Lo continui dunque, e sia certa di quel buon esito che io di cuore le desidero. La ringrazio vivamente delle nuove che mi dà della povera città nostra, e pregandola di continuarmele passo a confermarmi qual sono e sarò veracemente.
     
     
     
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      A TOMMASO FILIPPONI - TORINO
     
      Vienna 5 Ottobre 1772.
     
      Mi solletica dolcemente la vostra affettuosa impazienza di più lungo silenzio, dilettissimo signor Filipponi: e vi so buon grado che abbiate scossa la scambievole pigrizia turbandole un possesso che incominciava a diventar prescrizione. È necessario il far motto di tratto in tratto agli amici, anche senza motivo che l'esiga: e non manca mai che dirsi fra loro alle persone che si amano. Vi ha detto il vero il gentilissimo monsieur Chantel intorno all'ingannatrice mia esterna apparenza. Rade volte il mio viso palesa quello ch'io soffro, e senza punto giovarmi mi defrauda del compatimento degli amici. Ma pure, tutto ben contato, s'io non istò così bene come vorrei, sto di gran lunga meglio di quello che dall'età mia sono autorizzato a pretendere, ed avrei scarsa ragion di lagnarmi. Rendiamo dunque grazie alla Provvidenza, e tiriamo innanzi come e sin ch'ella vuole.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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