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      L'ho attentamente esaminato, e l'ho trovato ben degno della protezione ch'ei gode. Ha doni naturali e d'ingegno e di buon senso, ha cognizioni acquistate con la sua applicazione che sorpassano la comune misura de' suoi coetanei, ed ha talenti poetici che prometterebbero lodevoli progressi, se non fosse crudeltà e tradimento il confortarlo a coltivarli. Il consegnarlo alle sterili Muse sarebbe lo stesso che stabilirlo per sempre in quella incomoda indigenza dalla quale egli ha debito e bisogno di liberarsi. Io l'ho consigliato, per impulso di amorevole e cristiano dovere, ad occupar per ora il tempo in qualche fruttifera applicazione: e mi auguro la facoltà di somministrargliene alcuna: ma queste son rare, i rivali son molti, il tempo corre, et dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur. Aggiunga che in questa mia presente, quasi anacoretica segregazione da qualunque aulica e cittadina frequenza, mi divengono malagevoli anche le più facili inchieste. Io non cesserò però di pensarvi: ma a condizione che non cessi né pure il veneratissimo mio signor conte di mantenermi intanto nell'invidiabil possesso in cui mi trovo della sua propensione e padronanza, e di credermi sempre con invariabil rispetto.
     
     
     
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      A FRANCESCO ANTONIO MAINONI - MILANO
     
      Vienna 12 Dicembre 1772.
     
      Il povero Ciro in Media, nell'affrettarsi di venire a me a tenore delle parziali disposizioni di Vostra Paternità illustrissima, ha corso rischio di perdersi in cammino, avendo fatto naufragio in non so qual torrente o qual fiume.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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