Onde per non amareggiarmi in così dolorosa considerazione, ed annoiato del commercio delle Muse, io son ricorso alla protezione del pedantismo. Ho scritto un Estratto della Poetica d'Aristotile, tratto dal testo originale: ho detto francamente il parer mio quando non concorre con quello degli espositori, ed ho confessato ingenuamente quando la mia perspicacia non è giunta ad intendere alcuni dogmi di così gran maestro. L'occasione mi ha indotto a parlar della natura della poesia, e del verisimile e di molte verità che la pratica di oltre mezzo secolo mi ha scoperte. Feci alcuni anni sono una versione in verso sciolto della Poetica d'Orazio: ora mi è paruta bisognosa di note, e le vado a poco a poco applicando, più per riempiere il vòto dell'ozio mio che per alcuna lode ch'io me ne prometta. Vedete che le nostre direzioni non sono diverse. Conservate la racquistata salute: non vi stancate d'amarmi, e credetemi invariabilmente.
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A CARLO BUZZANO - ROMA
Vienna 10 Gennaio 1773.
Come la vostra ultima lettera del 19 dello scorso decembre, ho scritto anche questa solamente per non lasciarvi più di due settimane senza mie notizie. Per altro non ho altro che dirvi se non che augurarvi pazienza nella caritatevole cura del povero avvocato mio fratello, che sempre vi raccomando non già perché la vostra esperimentata e fedele attenzione abbia bisogno di stimoli, ma perché l'amor mio e la mia premura han bisogno d'esercizio. Addio, caro Buzzano. Perché, come vedete, la vostra buona salute non è necessaria a voi solo, io ve la raccomando anche per mio interesse quanto so e posso: ed io vi sarò grato anche di questa come delle altre cure, essendo sempre il vostro.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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