Vienna 29 Aprile 1773.
Dalle mani di questi revisori passò finalmente ieri sera alle mie il nitido ed elegante saggio delle vostre Poesie italiane, e pochi momenti dopo ch'io avea esagerata con l'ufficiosissimo padre Fontana la mia impazienza d'esserne possessore. L'ho tutto, non già trascorso ma attentamente letto, e dall'aria ridente delle Muse vostre infermiere ho concepito speranze della vostra guarigione, assai differenti dai timori che le vostre prose vorrebbero inspirarmi. Non è certamente atta a formare idee così vivaci e serene un'anima così pericolosamente ed incomodamente alloggiata come voi supponete la vostra. Quelle costanti compagne, che non vi abbandonano infermo, avran finalmente la gloria di rendervi sano, facendo lodevol uso della doppia facoltà del loro buon padre Apollo, che non è minor medico che poeta. Vi rendo grazie del dono e della parziale affettuosa maniera con la quale di me parlate; non occorre di triplicare l'esemplare, perché quest'unico che ho ricevuto sarà goduto in comune dal noto triumvirato. Questa lettera risponde a quella recatami dal padre Fontana, ed all'altra insieme che ho ricevuta in compagnia del libro. Io non ho mai scritta né veduta la canzonetta in lode dell'immortale maresciallo Daun, che la vostra amicizia vorrebbe attribuirmi: onde guardatevi di defraudare il vero autore delle lodi che gli son dovute. Rendete, vi prego, insieme coi miei rispetti le dovute grazie all'obbligantissimo milord d'Huntington per la cortese memoria che di me conserva: e, se volete conferire al prospero stato di mia salute, datemi migliori relazioni della vostra.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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