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      V. S. illustrissima e reverendissima, per il cui riverito mezzo è pervenuto a me un dono di così inestimabil valore e tutto quel cumulo insieme di contento di cui mi ricolma la notizia delle clementissime disposizioni verso di me di cotesto adorabil principe, gli esponga, la supplico, con quell'invidiabil facondia che regna in tutto ciò ch'ella scrive, gli umili e grati sentimenti che non possono non eccitarsi in chi tanto si trova onorato, e la vivacità de' quali non è circoscritta da altro limite che da quella considerata ma profondissima venerazione che a' suoi da' miei pari è dovuta.
      Non potea darsi, a creder mio, ad un'opera così insigne un più degno ed opportuno corteggio della dissertazione che l'accompagna, intorno alla lingua de' Fenici. Io ne ho già trascorsa gran parte, ma una nuova provincia in cui sono affatto straniero esige da me un lento e studioso viaggio, non una frettolosa peregrinazione. Non trascurerò certamente di procurarmi questo considerabil guadagno, ma già in quello che mi è riuscito fin qui di scoprire ho compreso abbastanza che alla sua vasta dottrina son tutti aperti i più reconditi nascondigli della più scelta erudizione, e che perde mirabilmente fra le sue mani la critica tutto ciò che per lo più fra quelle degli altri suole aver di insipido e di rincrescevole. Me ne congratulo seco, e nell'offerirle l'inutile ma ossequiosa servitù mia la prego di animarla e comunicarle attività con l'onore d'alcun suo comando, e rispettosamente intanto mi dichiaro.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Fenici