Eccovi, riveritissimo mio signor conte, la circostanza che giustifica la mia tardanza. Il Serenissimo Infante di Spagna Don Gabriele Borbon, giovane principe di meravigliosi talenti e di esemplare applicazione, ha tradotta la doppia storia di Salustio, Catilinaria e Giugurtina, nell'idioma spagnuolo, con una fedeltà ed eleganza che gareggia col grande originale. Il re suo padre, compiacendosi giustamente d'una tal prova del distinto merito del suo figliuolo, ha voluto che si renda pubblica con le stampe. Il Reale autore, a cui io credea del tutto ignoto il mio nome, si è degnato di mandarmene in dono un esemplare, accompagnato dal comando ch'io debba dargli un esatto e sincero giudizio del suo letterario lavoro. Figuratevi, amatissimo signor conte, nel caso mio: e pensate con quale attenzione ho dovuto io leggere e rileggere un gran volume in foglio corteggiato di erudite abbondantissime note, e qual malagevole impegno sia per me stato quello di assumere il personaggio di giudice a fronte d'un tale scrittore, ed il fornir di tali espressioni la mia risposta che non potesse aver fisonomia di adulazione la sincerità del mio voto. Ieri (bene o male che mi sia riuscito) ho pur terminata ed incamminata al Manzanare questa difficilissima lettera: e corro oggi con tutto l'animo a voi, sicuro della discreta vostra indulgenza. Benché io così poco esperto nella lingua germanica, come pur troppo v'è noto, ho pure conosciute e sentite le nuove grazie delle quali si trova arricchita la mia Nice nella sua veste novella; e son superbo della mia conoscenza nel vederla confermata da tutte quelle esperte persone alle quali fin'ora ho concesso il piacere di leggerla.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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