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A CARLO BUZZANO - ROMA
Vienna 6 Settembre 1773.
La vostra infermità e la funesta perdita che abbiamo fatta dei due signori conti di Canale padre e figliuolo hanno scomposto l'ordine de' nostri disegni. Vi compatisco se nello stato presente vi trovate abbattuto e confuso. Ma convien rassegnarsi ai decreti della Providenza e non perdersi d'animo. Per farvi qualche lume ho parlato ieri col signor conte Montagnini, il quale mi fece vedere una risposta del signor Bertolini, suo corrispondente, che gli promette di far per voi tutto quello che è in suo potere, ma si meraviglia di non avervi ancora veduto. Io spiegai al signor conte Montagnini sudetto l'impedimento che vi ha trattenuto in Mortiliengo, ed egli mi assicurò che nel giorno 21 del passato agosto (nel quale è data da Torino la vostra lettera, alla quale rispondo) il signor teologo Ribuffo era certamente in Torino. Onde dicendo voi che non ne partireste se non che fra due giorni, è naturale che abbiate parlato col signor teologo, e che sappiate a quest'ora quello che non possiamo saper noi da lontano. Dunque secondo i lumi che avrete raccolti potrete voi esaminare se vi torni conto di restar sulle vostre spese più lungamente in Piemonte, o partirne subito per riunirvi alla vostra famiglia e procurare altrove qualche utile impiego alla vostra industria. Io, come voi sapete, mio caro Buzzano, ho fatto tutto quello che le mie forze mi hanno permesso perché fosse premiata la vostra fedel servitù prestata al povero avvocato mio fratello: e desidero con tutto il cuore di potervi ancora essere utile con le mie raccomandazioni; ma non vi fidate troppo sopra di queste perché le raccomandazioni delle persone come son io, che non si trovano in grado di poter far né bene né male a veruno, hanno poco o nessun valore.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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