È già lungo tempo ch'io sono incallito all'abuso che si fa de' poveri miei sudori in tutti i teatri d'Europa; onde mi continui piuttosto l'invidiabile sua benevolenza, mi comandi e mi creda.
2116
A ERCOLE ANTONIO VENDETTINI - ROMA
Vienna 20 Settembre 1773.
Sono sensibilissimo, mio riverito signor conte, alle affettuose espressioni con le quali V. S. illustrissima mi assicura dell'inalterabile costanza dell'amor suo, di cui trovo una prova incontrastabile nella molta parte che ella prende nelle funeste mie perdite. Gliene rendo le dovute infinite grazie, ed esprimerei più prolissamente la mia gratitudine se il tempo avesse rimarginate le mie ferite: ma queste non soffrono ancora d'esser ritrattate e stanno appena in equilibrio con la mia rassegnazione, onde mi riesce men difficile il tacere affatto che il parlarne con la dovuta misura.
Commendo infinitamente la sua continuazione nell'utile studio legale, interrotto per sollievo da quello della storia e della favola, appannaggio necessario della poesia: purché non gli esca mai di mente che da questa non v'è da sperare altro frutto che qualche ramo d'alloro. Non essendo precisamente obbligata ad ingolfarsi nella teologia, sia contenta di quella che si trova nel Catechismo Romano, ed eviterà tutti i pericoli di smarrirvisi. Non si stanchi in tanto di amarmi, sicura del mio ampio contraccambio, ed invariabilmente mi creda.
2117
A SAVERIO MATTEI - NAPOLI
Vienna 30 Settembre 1773.
È un amabile effetto delle umane ed innate disposizioni del suo bel cuore l'affettuosa parte che V. S. illustrissima prende nella irreparabile mia perdita, a consolarmi della quale perde la sua efficacia anche il tempo: poiché il tempo appunto mi va somministrando di giorno in giorno sempre nuove occasioni di conoscere quanto mi manca.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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