Queste asserzioni d'un uomo della sua intelligenza e perizia mi fecero riguardar l'impresa come eseguibile: mi compiacqui nella ridente idea delle splendide vesti dei figli miei, e, grato al promotore di questa mia compiacenza, mi proposi di raccogliere, correggere e dar l'ultima mano a quanto presso di me si trova d'inedito, di aggiungere alle poesie musicali due miei lunghi letterari lavori non eterogenei da quelli, e di farne dono a suo tempo al parzial editore; ma in rileggendo le ultime sue lettere ho veduto in aspetto molto diverso il nostro affare. La proposta variazione del carattere da quello del Goffredo, il silenzio intorno a tutti gli altri ornamenti che oltre i rami d'ogni canto arricchiscono il Tasso, la necessità ch'ella mostra d'aver preventivamente fra le mani quanto posso darle d'inedito per incominciar non già la stampa, ma i preliminari suoi scandagli e deliberazioni intorno alle associazioni, l'inutile progetto d'un viaggio in Inghilterra, e soprattutto lo strano parere ch'ella mi dimanda, "se debbano rendersi pubbliche o no le cose inedite prima dell'immaginata edizione", basta (senza considerarne alcun altro) per convincente argomento dell'enormi difficoltà che si oppongono all'adempimento del suo disegno.
Sicché estenuate, anzi ridotte quasi a nulla le speranze che riscaldavano il mio desiderio, io son ricaduto per non mai più risorgere nella mia fredda naturale indolenza, dalla quale non credo che sarebbe più atta a risvegliarmi neppure la vista di due o tre volumi dell'ideata edizione, anch'eseguita con tutta quell'eccellenza ch'era l'unico profitto ch'io m'era proposto d'ogni cura e condiscendenza mia.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Goffredo Tasso Inghilterra
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