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      Con le gentilissime espressioni generosamente impiegate a mio vantaggio nel suo obbligantissimo foglio, mi persuade V. S. illustrissima a tal segno delle affettuose e parziali disposizioni del suo bel cuore a mio riguardo, e ne esige un così giusto contraccambio dal mio, ch'io non mi sento già più nell'animo quella fredda indifferenza di giudice incorrotto ch'ella in me desidera nell'esame degli scritti suoi. Ho rilette dunque, per non ingannarmi, più volte le quattro cantate inviatemi, e ne ho sempre egualmente ritrovato lo stile chiaro e nobile, felice e sonoro: e riflettendo alla presente invidiabile sua gioventù, ho immaginato di quanti pregi potrà andarlo accrescendo una esperimentata maturità. Secondi pure, riveritissimo signor conte, gl'inviti delle Muse se continuano ad allettarlo, ma con tutto il vigore de' suoi talenti: poiché è fallace la quasi comune opinione che la distinzione dello stato dispensi un autore dall'obbligo di aspirare al perfetto. È degno ben di compatimento un povero mercenario artista che, costretto dal bisogno a vivere de' suoi sudori, non può evitar di scoprire al pubblico la scarsa misura de' suoi talenti, ma mancano di questa legittima scusa i suoi pari se esercitano negligentemente quelle arti che possono esser da loro impunemente abbandonate. I versi suoi e l'elegante sua lettera mostrano abbastanza ch'ella non ha bisogno di tali ricordi: ma ho bisogno io di qualche mendicata occasione di ostentar seco quella severità che da me desidera, e ch'io non mi sento per lei.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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