Mi sono sommamente consolato nel ritrovare in esso, leggendola, l'usata armoniosa, nobile e chiara fluidità dell'esperto autore, e quella vivacità di fantasia che mi assicura della sua ancor vigorosa costituzione.
Il mio Estratto della Poetica d'Aristotile e la versione in versi dell'Epistola d'Orazio a' Pisoni, con tutte le sue note, dormono tranquillamente nel mio scrigno, e non mi sento ancora stimoli così efficaci che bastino a vincere la mia forse viziosa repugnanza ad affrontare il giudizio del pubblico; tanto più che in questi due libretti io combatto i sofismi poetici che molti dottissimi ma inesperti critici hanno fatto passare nello scorso secolo per canoni indispensabili del coturno, che o non han mai o sfortunatamente calzato. L'oggetto di questi miei lavori è stato unicamente la premura di convincere me medesimo e giustificarmi nell'interno mio tribunale, e non la voglia d'illuminare chi difenderebbe mordicus la sua cecità ancor che fosse convinto, essendo difetto troppo comune fra gli uomini il non voler confessare d'avere errato,
... et quaeImberbes didicere senes perdenda fateri.
Addio, mio caro signor Damiani, mi conservi il prezioso amor suo, sicuro d'un ampio contraccambio, ma conservi soprattutto se stesso e mi creda invariabilmente.
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A FRANCESCO GRISI - ALA
Vienna 5 Gennaio 1774.
Per rispondere alla vostra del 21 dello scorso dicembre e rendervi un mondo di grazie prevengo oggi la posta di dimani, che per la sua solennità potrebbe defraudarmene il tempo. Vi dirò dunque che non prima di lunedì scorso a sera giunse la diligenza di Mantova, onde ieri ben tardi potei impadronirmi della cassettina de' tartufi, de' quali la vostra affettuosa amicizia ha voluto farmi parte.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Estratto Poetica Aristotile Epistola Orazio Pisoni Damiani Gennaio Mantova
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