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      Ma non mi è riuscito, perché egli fin da mercoledì sera 16 del corrente è partito alla volta di Carinzia per passare alcune settimane ne' suoi feudi, e ritornarsene verso il fine d'aprile in Vienna per partirne subito di nuovo con l'Altezza Reale del serenissimo arciduca Massimiliano, di cui il nostro signor conte sarà il Mentore ne' viaggi che farà questo principe per l'Europa nel corso di tre anni in circa. Se nei momenti che si tratterrà qui ritornando di campagna mi riuscirà di coglierlo, farò seco le parti di V. S. illustrissima e reverendissima con tutta l'energia della quale io son capace. Ma intanto ella si rassereni riandando il carattere e le invidiabili qualità dei nostro signor conte di Rosemberg. Egli è desiderato da tutti, e non sa negarsi a veruno: onde spesso non lascia di sé tanta parte a se stesso quanta imperiosamente n'esigono da noi gli uffici indispensabili della vita: ed è costretto allora a trascurar molti, e particolarmente i più cari amici perché dalla amorosa loro discretezza si promette più facilmente indulgenza. Negli anni ch'egli ha passati ambasciadore in Madrid ed in quelli ne' quali ha dovuto trattenersi in Toscana ho io esperimentate lunghissime parentesi nella nostra epistolare corrispondenza: ed a dispetto delle medesime ho sempre poi ritrovato in esso il medesimo amabile mio affettuoso, costante e degnissimo amico e padrone. Ma di questo abbastanza.
      Non so chi sia l'affamato stampatore che a spese del mio credito vuol pubblicar le lettere familiari d'un galantuomo che non le ha per lo più né men rilette scrivendole.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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