Non mancava ormai, alla indefessa sua cura di raccoglier sapienza, altro libro in cui rintracciarla che quello solo per cui tanto si rese illustre il prudente Greco, qui mores hominum multorum vidit et urbes. Ella l'ha ora scorso, e già assai ben provveduta di tutte le teoriche magistrali cognizioni necessarie ad intenderlo e giudicarne, onde non è difficile il figurarsi gl'invidiabili suoi guadagni. Io ne ammirerò qualche parte nella Deca di cui, per mezzo della signora contessa Estherazi, ella gentilmente mi onora. E pregandola intanto a non istancarsi di riamarmi, pieno di stima e di rispetto invariabilmente mi confermo.
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A FRANCESCO GRISI - ALA
Vienna 2 Maggio 1774.
Mi compiaccio, mio caro signor Grisi, della costanza del vostro affetto come di cosa stimabilissima: perché non sospetto in voi neppur l'ombra di quella eloquenza adulatrice che, a forza di essere universale, nessun più si vergogna di mettere in pratica. Credo tutte le vostre espressioni dettate da moti sinceri del cuore, della candidezza del quale io sono persuasissimo: ed avvezzo a vivere fra le maschere non mi par vero di vedere un viso scoperto.
Qui abbiamo la più ridente di tutte le primavere che da molti anni in qua si sian viste. Le stagioni sono andate fin ora e procedono con tal felicità che ci autorizzano a sperar le più distinte beneficenze della terra. Io desidero che i vostri affari, la vostra salute e il vostro umore secondi le prospere disposizioni della natura, e che insieme con i vostri eletti amici possiate liberamente goderne i frutti: ricordatevi fra le vostre consolazioni che io invariabilmente vi stimo, vi amo, e sono e sarò sempre, mio caro signor Grisi.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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