Quella sua connessa ed eletta abbondanza di pensieri e d'immagini, quel difficile accordo di fluidità e di armonia, di sublimità e di chiarezza, quel vigoroso colorito negli aggiunti, quell'ardir felice nelle metafore e quel soprattutto magistral artificio di amplificare il soggetto senza violarne l'unità sono rarissimi pregi che non si conseguiscono se non se da quelli
Che molto frequentata han la speluncaLà dove Apollo diventò profeta.
Cessi dunque, mia signora contessa, di oltraggiar col nome di primizia un così eccellente e compiuto lavoro, anzi si guardi d'aspirare ad elevazione maggiore, perché la sommità del buono non si trascorre senza discendere. Pensi piuttosto a ristorarmi de' danni che mi ha cagionati defraudandomi per tanto tempo del piacere di potermi vantare d'averla compagna nella corte d'Apollo. Io mi terrò degnamente ricompensato se, continuandomi l'onore dell'invidiabile sua parzialità, gradirà in questa lettera le solenni proteste della mia ammirazione e della mia gratitudine, proteste che non confuse dal frastuono dell'ormai troppo annosa mia cetra, e saranno più chiare e meriteranno più fede. Io sono intanto.
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A DOMENICO FORGES DAVANZATI - NAPOLI
Vienna 18 Luglio 1774.
La tardanza di questa risposta all'umanissimo foglio di V. S. illustrissima del dì primo dello scorso giugno ha per legittima scusa il mio bisogno di mettermi prima in istato con la lettura di poterle parlar non a caso dell'impareggiabile Dissertazione su i Vampiri, scritta dal dottissimo già arcivescovo di Trani suo zio, e da lei a me con cura così obbligante trasmessa.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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