Pregateli per altro, con quella istanza con la quale io prego ancor voi, di non lasciarsi indurre a dar copia ad alcuno delle mie lettere: queste sono scritte per lo più in fretta e mandate senza né pur rileggerle con la fiducia che mai non saranno obbligate a mostrarsi in pubblico; ma gli avidi stampatori, che hanno maggior cura del misero loro guadagno che del mio grave discredito, ne fanno incetta con infinito mio rincrescimento. Il pubblico, mio caro signor Grisi, merita rispetto da ogn'uno, e da me l'ha sempre esatto con eccesso forse vizioso: ma non son più in età di correggermi.
Non pensiamo più agli allegri autunni romani: quelli, come voi saggiamente riflettete, sarebbero ora incomodi e rincrescevoli per noi: ma la Provvidenza non ha lasciata senza i suoi piaceri la nostra età: la scoperta di tante verità che ci erano ignote e del poco valore di tanti oggetti che abbiamo puerilmente ammirati, e la calma dell'animo nostro libero finalmente da tante tempestose passioni, sono beni molto più solidi e reali, e che non lascian rimorsi. Addio, caro signor Grisi, conservatevi e credetemi.
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A MARCANTONIO ALUIGI - ASSISI
Vienna 2 Novembre 1774.
Tutto ciò che viene da una città per la quale io non sento minor tenerezza che gratitudine, non può giungermi se non carissimo. Tutto ciò s'aumenta dal pregiatissimo foglio di V. S. illustrissima, nel quale sento il cortese invito che mi fanno per la costì nascente Accademia. Ne accetto l'offert'onore con quell'avidità medesima con la quale mi sarei gloriato d'ambirlo, e son superbo che i miei cittadini non mi credano affatto inutile ove si tratti di conferire allo splendore di cotesta, che io, mercé la Provvidenza divina, posso vantar per mia Patria.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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