La temerità di que' dotti che hanno preteso di sottoporre alla limitata umana ragione le verità incomprensibili ed infinite, ha ripiene le scuole d'innumerabili paralogismi, fra' quali innoltrandosi i più ingegnosi arrischiano di deviar dal buon sentiero con poca speranza di mai più rinvenirlo, e di questa schiera sono stati tutti assolutamente i più celebri antesignani dei desertori della vera credenza. Il sapere, al quale è a noi permesso di aspirare, ha terreni immensi e sicuri, donde può con lode e con profitto raccogliersi; onde, perché mai pretendere di sollevarsi da terra senza le ali a ciò necessarie e a noi dalla natura o, per meglio dire, dalla Provvidenza negate? Chi non è obbligato a farlo dai doveri del suo stato io credo che operi con somma prudenza evitando un così pericoloso cimento e contentandosi di quella sola scienza teologica della quale sufficientemente, per la nostra salute, ci provvede il catechismo romano.
I bellissimi versi che m'inviate per saggio del componimento da voi scritto su l'eternità sono pieni di dottrina, di energia e di quel vigore di fantasia della quale voi credete a torto che vi abbiano impoverito gl'insetti. Son sicuro che certamente anche in questo misterioso genere di poesia avreste fatti, come nel resto, considerabili progressi, se vi foste tutto ad esso dedicato; ma non vi pentite di non averlo fatto. Per questo mezzo si acquista, quando riesce, il voto de' dotti soli, ma non si guadagna mai quello del popolo, senza il quale non v'è poeta che vada all'eternità di quella fama che ambisce.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Provvidenza
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