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      A FRANCESCO BELLONI - ROMA
     
      Vienna 27 Marzo 1775.
     
      In ogni tempo sono familiari a V. S. illustrissima gli esercizi delle più commendabili virtù: ma in questo specialmente dedicato alla mortificazione io sento minor repugnanza nel somministrar materia all'esemplare sua pazienza con le mie semestri importunità. Dopo dunque le replicate proteste della grata mia inalterabile servitù, la prego arditamente della continuazione delle grazie, di cui per sua generosità io mi trovo in possesso, riguardo all'esazione dello spirato termine della nota pensione e della rimessa da farmisi dell'esatto, per la solita via di questi signori di Smitmer. Le accludo a tale oggetto la necessaria lettera per il signor Paolo Bindi, ed augurando a V. S. illustrissima, alla mia povera patria ed a tutto il mondo cristiano, cielo più sereno sotto il felice governo del nuovo degnissimo Santo Pastore, pieno di riconoscenza e d'ossequio mi confermo.
     
     
     
      2182
     
      A DANIELE FLORIO - UDINE
     
      Vienna 29 Marzo 1775.
     
      Grazie alle canore abitatrici del Parnaso, che mai non sono stanche di soggiornar seco, di temprarle magistralmente la cetra e di scherzarle intorno sempre egualmente ridenti. Non ha V. S. illustrissima bisogno di chiamarle agli usati uffici: vengono esse spontaneamente a sollecitarla di somministrare alla Fama nuova materia per le sue lodi e cari argomenti a chi l'ama, per assicurarsi nell'eccellenza de' frutti del giovanil vigore della felice pianta che gli produce. Ho con replicato diletto e letti e riletti i quattro sonetti de' quali si è compiaciuta farmi parte e gli ho fatti assaporare a tutte le persone da lei rammentate e ad altre che ne ho stimate degne: e tutte son meco convinte non solo del distintissimo merito, ma del vegeto altresì robusto e florido stato del fecondissimo autore: onde io me ne congratulo non men con esso lui che con me stesso, poiché l'infinita stima e l'antica amicizia mi hanno a lui dopo tanti anni così strettamente congiunto, che più non possono ormai essere a me straniere le sue vicende.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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