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AD AURELIO DE GIORGI BERTÒLA - SIENA PER MONTE OLIVETO
Vienna 13 Aprile 1775.
Mille inciampi e fisici e morali mi hanno impedito, a dispetto dell'impazienza mia, di far più sollecita risposta al gentilissimo foglio di Vostra Paternità illustrissima, da cui mi prometto compatimento più che perdono della a me rincrescevole involontaria tardanza. Da' primi saggi, che già mi pervennero, de' suoi poetici lavori, mi avvidi quanto l'autore di essi era caro alle Muse e quanto a me favorevole: e seppi poi dal degnissimo comune amico le amabili di lei ed invidiabili qualità, delle quali trasparisce gran parte nell'obbligante lettera che ne ricevo, e nel dono delle luminose Notti di cui mi onora. Ho finito di convincermi, nella triplicata lettura che ho fatta di queste, che non v'è impresa poetica superiore alle forze del suo talento. Non ho trovato un sol verso in questo componimento che non annunci il poeta; ed in mezzo all'oscurità misteriosa (qualità essenziale di questo nuovo genere di poesia) mi sono avveduto che il suo buon senso naturale la sforza di quando in quando all'uso di quella nobile e limpida chiarezza che assicura il voto del popolo, senza il quale non si va all'immortalità. Secondi Vostra Paternità illustrissima gl'impulsi del proprio genio, ed avrà in esso la più sicura scorta e la più fedele. Mi continui la spontanea sua amorosa parzialità; calmi in me in qualche parte i rimorsi di non meritarla, impiegandomi ad ubbidirla, ed augurandole prospero vento nel tempestoso mare drammatico in cui la sento ingolfata, con affetto eguale all'ossequio invariabilmente mi dico.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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