Ho lette le vostre filosofiche osservazioni su i lumaconi mignatte ed ho ammirata la destrezza e la tolleranza con la quale vi siete addestrato ad investigar la natura ne' più reconditi suoi nascondigli, ed a scoprirla a chi legge con una felice e propria elocuzione che trattiene, erudisce ed alletta. E mi son confermato nell'antica mia opinione che in questo genere di studi il vostro temperamento vi promette luogo molto eminente fra tutti quelli che lo professano. Ho scorsa la raccolta de' Pensieri: ne ho trovati tra quelli alcuni che son frutto di lunga meditazione e scoprono con una succinta sentenza un vastissimo paese, e tutti egualmente ostentano il buon senso e la sana morale di chi gli ha scritti: onde approvo la cura di andarne facendo tesoro. Sull'erudito poi carnevalesco delirio il mio parere è opposto per diametro al vostro: voi desiderate che nessun lo vegga, e che dopo letto io lo consegni al marito di Venere; ed io lo credo all'incontro degnissimo d'esser conservato, onorevole a chi l'ha prodotto, ed utilissimo a chi intenderà leggendolo il solidissimo insegnamento che in questo scherzo è racchiuso. Il delirio in primo luogo diverte: non può delirar in questa guisa chi non ha il portentoso magazzino delle pellegrine cognizioni che voi in esso ostentate. E, quello che più importa, si dimostra in esso a qual segno possa diventar ridicola la dottrina mal provveduta di buon giudizio. Difetto a cui sono esposti la maggior parte degli eruditissimi critici del nostro e de' passati secoli, che, ricchissimi di memoria e poveri di raziocinio, superlativamente decidono e confondono, e seducono chi alle loro sentenze si fida.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Pensieri Venere
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