In somma, io son contentissimo de' vostri visibili progressi e ne prevedo maggiori. Addio, caro signor Rovatti, siate certissimo che io vi amo e vi stimo quanto voi meritate, che vuol dire infinitamente, e che sono e sarò sempre.
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A GIUSEPPE AURELIO MORANO - NAPOLI
Vienna 8 Giugno 1775.
La sua obbligantissima lettera del 16 dello scorso maggio mi è giunta gratissima, e come argomento dell'affettuosa sua rimembranza e come omaggio di considerazione e di stima che V. S. illustrissima rende alla sempre grande benché sempre combattuta mia Patria. Dalla eloquenza colla quale ella spiega le cagioni del suo compiacimento nel soggiorno da lei fatto in Roma, io misuro la vastità dell'erudite cognizioni delle quali è provveduta, e senza le quali quei sassi, da lei con ammirazione considerati, non bastano a destar ne' riguardanti quelle maestose idee che la sua mente ne ha concepite. Le sono gratissimo dell'amorosa sollecitudine che in mezzo alle curiose sue occupazioni l'ha pure obbligata ad investigar colà notizie dello stato di mia salute. Essa è tuttavia migliore di quello che possono pretendere i miei coetanei; e gli occhi miei, ben lontani di protestare contro l'esercizio del loro impiego, non mi obbligano ancora a fornirli di sussidi. Non è però ch'io non senta che convien rispettar le ragioni degli anni ed essere economo di quel vigore del quale mi sono ancora cortesi, e del quale ho gran bisogno per combatter sempre con i meco invecchiati stiramenti de' nervi e flati ipocondriaci, contro i quali non ho trovato e non ispero più di trovare altro rimedio che una eroica pazienza.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Rovatti Giugno Patria Roma
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