2206
     
      A BARTOLOMEO BENINCASA - VENEZIA
     
      Vienna 10 Settembre 1775.
     
      Mi ha veramente recata somma consolazione, amatissimo mio signor Benincasa, il sentire in quale invidiabile asilo la vostra fortuna, quasi pentita delle ingiuste sue passate persecuzioni, vi abbia ora così parzialmente collocato. Voi siete fra le benefiche mani d'un personaggio distintissimo e per le luminose qualità che ha portate seco nascendo, e per i sommi gradi ch'egli onora, e vie più per le pellegrine cognizioni delle quali ha saputo fornirsi, e dalle più dotte carte e dal più istruttivo d'ogn'altro, vastissimo libro del mondo. Io so per esperienza quanto egli è perspicace conoscitore degli uomini, e qual compiacenza ci provi (non che naturale propensione) ad esser loro giovevole: onde sicuro ch'ei vi leggerà nel più intimo del cuore, ne amerà la candidezza, la gratitudine e le altre amabili disposizioni, so ch'ei troverà in esso ed in tanti meriti de' vostri colti talenti soprabbondanti ragioni onde giustificar con se stesso il generoso impiego delle sue beneficenze. Vi prego di rendergli presente il mio invariabile rispetto, e di andarmi conservando in lui una reminiscenza che tanto mi diletta e mi onora.
      Mandatemi la vostra canzone, e non fate più la timida e pudica verginella. Essendo vostra non corre rischio di dispiacermi. Addio: io sono con tutto l'animo ed il cuore.
     
     
     
      2207
     
      A MATTIA DAMIANI - VOLTERRA
     
      Vienna 2 Ottobre 1775.
     
      Non il sensibile piacere che V. S. illustrissima mi procura sempreché con le obbliganti sue lettere mi somministra nuovi argomenti dell'invariabile sua, a mio riguardo, affettuosa propensione, ma le scuse bensì che a lei suggerisce l'ingiusto timore di divenirmi importuno han grandissimo bisogno di scusa, perché mettono in dubbio e la mia cognizione del merito di chi mi onora ed il dovuto contraccambio d'amore ch'io costantemente le rendo.